L'ARREDATRICE

  
 

 

Mi chiamo Vittorio ho 26 anni e finalmente dopo parecchi sacrifici e anni di studio mi laureo in ingegneria elettronica. Mi sono laureato fuori corso perchè, essendo la mia una famiglia di ceto medio- basso, non potevano permettersi di mantenermi agli studi e quindi ho dovuto lavorare come barista nel locale del mio amico Mario per pagarmi gli studi. Per fortuna e scusate la poca modestia, per mie capacità, prendo il massimo dei voti e quindi vengo chiamato per un colloquio presso una nota e importante azienda di componenti elettronici. Il colloquio va alla grande e dopo un mese mi trovo con la qualifica di capo progettazione con ufficio personale e stipendio davvero notevole. Per non pesare ulteriormente sulla mia famiglia e sopratutto per avere la mia privacy decido di rendermi subito indipendente. Il giorno stesso che ricevo la lettera di assunzione mi metto alla ricerca di un appartamento non distante dal posto di lavoro, ovviamente deve essere abbastanza spazioso perché, se dovessi conoscere qualche ragazza che la pensa come me, potremmo decidere di convivere. A quel tempo la parola “matrimonio” non era contemplata nel mio pensiero, anzi non c’era proprio nel mio personale vocabolario.

 

Mi rivolgo ad una agenzia immobiliare della zona e mi vengono mostrati cinque o sei appartamenti, tutti abbastanza spaziosi ma due erano un po’ distanti, due erano posizionati in piani bassi e quindi con pochissima luce, uno era davvero distribuito male e avrebbe avuto bisogno di diversi lavori per adattarlo alle mie esigenze. L’ultimo appartamento che mi viene mostrato è quello che mi ha davvero impressionato, è un attico di 110mq e si trova al dodicesimo piano di un palazzo a circa seicento metri dal mio ufficio, spazioso, luminoso e con una vista mozzafiato. L’affitto è un po’ caro ma posso permettermelo e quindi decido di affittarlo però pretendo, come accordo contrattuale, che in caso di vendita, io abbia la prelazione per il suo acquisto. Sono sicuro che comunque spenderò dei soldi per modifiche e non voglio certo che vadano persi se un giorno dovessi lasciarlo.

 

Mi accordo col proprietario e stendiamo un atto con tutte le clausole, la signora dell’agenzia nel consegnarmi la chiavi mi domanda se, per caso, avessi bisogno di una arredatrice e mi consiglia caldamente una sua amica che, a suo parere è davvero molto ma molto brava. Francamente era una eventualità alla quale non avevo pensato ma alla fine decido di farmi dare il numero e di contattarla, alla fine farà sicuramente meglio di me.

 

Sabato mattina, sono libero ed ho dato appuntamento a questa signora Paola, che dovrebbe arrivare a momenti, infatti di li a poco suonano alla porta apro ed entra il ciclone Katrina !!! Le successive due ore sono incredibili, questa è un uragano di parole, idee, progetti: < Si si, questo va via, questo lo tingiamo di giallo, qui un muretto divisorio, la una bella tenda, qui tappezzeria a fantasia, la camera da letto è da rifare, il bagno… oddio che disastro! > Giuro ho la testa come un pallone, mi ronzano colori, carte da parati, stoffe, legni, finestre, vetri. Due ore e non ci ho capito quasi niente. Poi non sta zitta un attimo, appena accenno a voler dire qualcosa annuisce che ha capito tutto e riprende a parlare. Paola è una ragazza di 23 anni, neo laureata anche lei con un caratterino… non è brutta e se si combinasse meglio sarebbe anche passabile, sarà forse brava ad arredare casa ma ad “arredarsi” è proprio un disastro. Alla fine prende un pezzo di carta e scrive una cifrà: dodicimila euro! La guardo, guardo il foglio, guardo di nuovo lei: < senta signora Paola…> subito  stizzita mi corregge: < Signorina prego, non sono sposata. > quindi riprendo: < Signorina Paola, non devo ristrutturare casa devo solo arredarla! > A questo punto mi lancia uno sguardo tra lo schifato e il compatito, mi fa sentire come se fossi un ignorante assoluto, un incompetente. La signorina Paola inizia a starmi davvero antipatica, è vero che non capisco niente di arredamento ma guardarmi così! Alla fine dei lavori devo dire che sono soddisfatto, gli undicimila euro si sono rivelati ben spesi anche perché, dopo la discussione e tra uno sguardo schifato e uno di disprezzo, mi ha fatto mille euro di sconto, bontà sua.

 

Vivo nel mio appartamento da un anno, da qualche giorno ho conosciuto Francesca, ragazza splendida con un fisico da modella, infatti fa proprio questo per vivere: la modella. Dopo qualche mese di corteggiamenti la decisione di metterci insieme e convivere, unico problema? Non le piace l’arredamento di casa mia! < Troppo da scapolone! > dice, < Manca la mano di una donna non se ne sente la presenza, dovremo cambiare qualcosa, conosci qualche arredatore? > Eccome no! Una la conosco e solo quella.. ne parlo con Francesca e la chiamiamo per un appuntamento, sabato mattina tornerà la signorina Paola. Sono tre ore che vanno avanti e indietro per il mio appartamento, la signorina Paola non sta ne zitta ne ferma un minuto, ha portato valanghe di campionari, riviste di arredamento, foto e di tutto e di più. Su ogni cosa mi chiede un parere ma poi fa finta di non averlo ascoltato e mi lancia quel suo sguardo schifato che ho interpretato: < Zitto tu, ma che vuoi capirne di arredamento! > La detesto, non vedo l’ora che ponga fine alle sue disquisizioni e se ne vada, la mia pazienza lampeggia rosso, è in riserva! Alla fine mi porge il solito bigliettino con preventivo che spizzico come al poker, ottomila euro! Beh, pensavo peggio. Meno male che guadagno bene sennò sarebbero davvero problemi.

 

Sono passati quattro anni e la storia con Francesca è finita, vivo da solo da tre mesi e francamente sento la mancanza di una donna in casa, non tanto perché ti cucina, ti aiuta nelle faccende, ti accudisce, ma tornare a casa e trovare una persona che ti butta le braccia al collo e ti bacia è una cosa che non ha prezzo. Adesso frequento da un mese Viola, una professoressa di storia che insegna in un liceo lungo la strada, ci siamo conosciuti al bar all'angolo prendendo il caffé la mattina. Da quando Francesca se n'è andata non ho avuto voglia di preparare la colazione a casa, era un suo compito. La mattina mi svegliava sempre con un bacio, mi faceva trovare la tavola apparecchiata con tanto ben di Dio, fette biscottate, marmellata, latte caldo e in ultimo mi faceva il caffé con la mia cialda preferita, quella aromatizzata al ginseng. Adesso la mia colazione è un cornetto e un caffé al bar seduto al tavolino e una mattina, mentre mordicchiavo il mio cornetto, vidi Viola che girovaga tra i tavoli tutti occupati col suo caffé in mano, la invitai a sedersi con me, e da quel momento diventò un appuntamento mattutino, ordinavo la colazione e appena vedevo arrivare Viola la invitavo a sedersi e dopo qualche giorno la cosa diventò automatica. Poi dalla colazione si passò alla cena, poi al cinema e poi il primo bacio, Viola era una donna fantastica, di cultura elevata con una educazione parecchio tradizionale ma quando, dopo mesi che stavamo insieme, le proposi di venire a vivere da me accettò senza tentennare. La cosa mi stupì non poco in quanto dai discorsi fatti in fase di conoscenza, sapevo che la sua meta da sempre era il matrimonio, ma sapeva benissimo anche come la pensavo io che prima di arrivare a quel passo preferivo comunque un periodo diciamo… di prova per vedere se tutto funziona al meglio e se la compatibilità era totale. Una sera invitai per la prima volta Viola a casa mia, girò l'appartamento e dopo averlo squadrato per bene mi disse decisa che quel tipo di arredamento troppo moderno la metteva a disagio, era troppo freddo e distaccato e che lei da sempre preferiva un tipo di arredamento sul classico. Alla fine sedendosi sul mio meraviglioso divano bianco di pelle concluse:< Se devo venire a vivere con te mi devi concedere dei cambiamenti, conosci per caso qualche bravo arredatore? > Purtroppo una sola, l'unica che ormai conosce la mia casa come le sue tasche.

 

Un'altro sabato mattina in attesa della signorina Paola, la quale arriva col suo abituale carico di cataloghi ed inizia a parlare fitto  con Viola. Dopo circa un'ora di parlottare, di ispezionare ecco la signorina Paola sedersi di fronte di me:< Dunque, dopo attento esame abbiamo deciso di fare dei cambiamenti radicali!> E li inizia a elencare tutta una serie di cambiamenti dove, per buona parte, era prevista una sostituzione quasi totale dei mobili. La guardo atterrito e le chiedo:< Mi scusi signorina Paola e dei mie mobili che ne faccio? Li Butto> per qualche minuto riprende lo sguardo schifato che purtroppo ben conosco e alla fine sbotta acidamente:< Questo è un problema suo non mio, ci sono tanti mercatini dell'usato dove li può portare in conto vendita, vedrà che qualche euro lo recupera.>. Nei miei pensieri passano le intenzioni più nefaste: la strangolo? No troppo cruento, allora la affogo, si ma dove, una coltellata alla schiena? Alla fine dovranno darmi per forza tutte le attenuanti del caso se non addirittura l'assoluzione per legittima difesa. Prima di andare via mi passa il solito "bigliettino" col preventivo di spesa: quindicimila euro! Cazzo! Praticamente, da quando lavoro, buona parte delle mie entrate erano state sempre destinate alle varie ristrutturazioni del mio appartamento, va bene che avevo un "signor" stipendio ma è anche vero che, da quando ho iniziato a lavorare parte di esso lo mandavo mensilmente ai miei genitori. Mio padre e mia madre campano da sempre con la sola magra pensione di mio padre, prima stipendio ma pur sempre un solo reddito, negli anni passati erano stati sufficienti per vivere dignitosamente e farmi studiare, se oggi ho una laurea e occupo questo posto lo devo sopratutto ai loro sacrifici. Oggi con tutti i problemi e le spese da sostenere la sola pensione è diventata per loro insufficiente e quindi mi è sempre sembrato doveroso contribuire con una piccola cifra mensile che non mi pesa più di tanto.

 

Dopo quasi tre anni, tra alti e bassi, Viola se n'è andata. Ultimamente era diventata un'ossessione e la parola "matrimonio" era entrata a far parte del quotidiano discutere, non c'era giorno che lei non prendesse l'argomento. Cosa ci posso fare se a trentanni ancora non mi sentivo pronto per questo passo? Matrimonio vuol dire impegno serio, vuol dire di conseguenza avere dei figli, io non mi sento ancora di fare il padre, io ancora penso a viaggiare, alle uscite con gli amici, al calcetto del martedì sera tra colleghi... e francamente non so quanto il matrimonio con figli possa mettere un freno alla mia voglia di vivere la vita ancora senza legami. Quindi di nuovo solo, mi serve una distrazione perchè mi sento davvero depresso, Viola mi manca molto ero davvero innamorato di lei ma purtroppo non amavo la parola "matrimonio" con la stessa intensità. Decido di iscrivermi in una scuola di ballo Latino Americano ed è li che conosco Consuelo... una splendida ragazza Spagnola insegnante di ballo. Un tipo davvero molto.. caliente, uno sguardo sensuale che scioglierebbe un iceberg nel giro di pochi secondi, un vulcano nel suo modo di esprimersi e sopratutto di ballare. Inizialmente è la mia insegnante, dopo qualche mese diventa la mia partner di ballo, dopo sei mesi diventa la mia donna. Consuelo vive dai suoi genitori, sono 
una famiglia numerosa e con pochissimo spazio in casa, lei divide la stanza con la sorella più piccola e quindi mi sembra naturale chiederle subito di trasferirsi a casa mia. Ovviamente appena mette piede nel mio appartamento trova qualcosa da ridire sul tipo di arredamento troppo da vecchio:< Ma come fa un ragazzo di trenta anni a vivere in questo ambiente che mi ricorda mia nonna? > Le spiego che fino a qualche tempo fa vivevo con un'altra donna che invece adorava lo stile classico e quindi avevo cambiato l'arredamento per compiacerla :< No, no qui mi sento in un ospizio per vecchi, dobbiamo assolutamente cambiare un pò di cose. Ora guardo su internet e vedo se trovo un buon arredatore> Sconsolato so già come andrà a finire, la fermo, la guardo mestamente negli occhi:< tranquilla ho la persona giusta, ha già rivoltato diverse volte questo appartamento e lo conosce centimetro dopo centimetro, ecco il numero si chiama Paola >.

 

Un'altro sabato mattina, un altro calvario a distruggere e ricomporre il mio appartamento, in stile andaluso-spagnoleggiante-olè! Un ennesimo preventivo ma stavolta di cinquemila euro.  Probabilmente lo sguardo da Jack lo Squartatore che ho lanciato alla signorina Paola prima di scrivere la cifra finale ha sortito il suo effetto. Altri tre anni di tranquilla vita di coppia trascorsa tra lavoro e ballo poi anche con Consuelo abbiamo messo la parola fine. Non so dire perchè, se ci sia stato un motivo particolare, probabilmente la forte passione iniziale si è andata spegnendo lentamente come quando si accende un grande fuoco in spiaggia tra ragazzi, divampa bello e forte in poco tempo perchè viene alimentato da tutti, brilla intensamente di luce e calore qualche minuto, poi appena ognuno trova la sua distrazione il fuoco, poco alimentato, si spegne da solo, lentamente.

 

E' passato un anno dalla fine della storia con Consuelo e, non ci crederete, oggi mi sposo! Si, ho deciso di di fare il grande passo, in effetti ormai ho 38 anni e dopo tante esperienze più o meno positive penso di essere pronto per il matrimonio e penso di essere pronto anche per diventare padre. Sono molto agitato e nervoso, guardo il vestito poggiato sul letto, l'unica cosa che mi è stata concessa di scegliere in autonomia, mi vesto molto lentamente perchè ho molto tempo a disposizione, la funzione è programmata per le undici ma io sono sveglio dalle cinque di mattina, notte quasi insonne passata a pensare e ripensare come sono arrivato a questo momento e un sorriso mi viene spontaneo, mah.. tu guarda chi me lo doveva dire. Sono le dieci e quaranta, esco da casa e mi dirigo verso la chiesa che è proprio a due passi, vado a piedi come per godere gli ultimi refoli di aria da uomo libero. Entro in chiesa e mi dirigo verso l'altare dove aspetto il suo arrivo, sono le undici e lei è puntualissima, scende dall'auto ed entra in chiesa accompagnata dal padre. Sono davvero emozionato e mi tremano le gambe, seguo il suo incedere che segue le note  della marcia nunziale, si ferma davanti a me e a questo punto sollevo il velo che le nasconde il volto: < Paola, sei bellissima! > e la bacio dolcemente.

 

 

(A.Volpes)